lunedì 18 maggio 2020

FILOSOFIA: L'EFFICIENZA DEL METODO

Ci occupiamo adesso del metodo, elemento fondamentale della filosofia perché attorno ad esso si possono capire struttura e tipologia di un qualunque argomento filosofico.
Innanzitutto è importante sottolineare che il metodo è lo strumento di cui si serve la filosofia per costituirsi come scienza, e in secondo luogo sapere che ne esistono di tipologie differenti (basti far notare che all’interno di uno stesso autore possono coesistere metodi diversi).
Uno dei primi metodi che la filosofia ha utilizzato è il suo costruirsi attraverso i mitiChe cos'è il mito? E' un racconto che trova la sua origine in antiche narrazioni, e che ha molto a che fare con le strutture letterarie e con quelle narrative; ciò lascia intendere come la filosofia sia stata inizialmente molto vicina alla narrazione letteraria distaccandosene poi graduatamene, sviluppando notevolmente l’argomentazione.

Propongo in seguito l'estrapolato di una lezione della docente dell'Università degli Studi di Torino Tiziana Andina, sulla spiegazione dell'importanza e dell'efficienza del metodo in filosofia:
«L’indagine genealogica si caratterizza principalmente per essere orientata ad individuare l’origine di concetti, argomenti e sistemi teorici al fine di comprendere anche le loro discendenze e relazioni con altri elementi teorici. Porre attenzione all’origine vuol dire considerare quali siano le radici, per esempio di un certo concetto, così da poter fare luce anche sulle stratificazioni teoriche e culturali che lo hanno determinato nel tempo. 
In momenti diversi della storia del pensiero, alcuni filosofi hanno compiuto questa operazione. In particolare, nell’Ottocento Friedrich Nietzsche (1844-1900) intraprende una ricerca sulle origini della morale, polemizzando sul suo carattere oggettivo – a questo tema sono dedicate le tre dissertazioni che compongono la sua opera, la Genealogia della morale (1887).  Nella seconda metà del Novecento, il filosofo e storico francese Michel Foucault (1926-1984) risale all’origine della relazione tra il fenomeno della follia e il suo riconoscimento sociale. Considerando il nesso tra le strutture di cura, i malati e la loro marginalizzazione, egli sviluppa la sua indagine ne La storia della follia nell’età classica (1961) chiarendo come lo status di ‘folle’ per le persone con disagi mentali si sia imposto nella società. Il metodo genealogico presuppone dunque che il compito della filosofia sia quello di portare alla luce la complessità dell'origine e delle stratificazioni concettuali e insieme le implicazioni teoriche ad essi connesse»

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